Un appello ai cittadini: cambiamo le nostre abitudini!

Ancora Torre a mare, ancora via Morelli e Silvati.
Un mese dopo la rimozione della montagna di rifiuti, si è formata a soli 200 metri dall’ultima una nuova discarica a cielo aperto nei pressi del lido dei carabinieri.

Piatti e bicchieri di plastica, cartoni per la pizza, birra nella duplice versione in lattina e in vetro, scarti di cibo, e ancora frigoriferi, mobili, vecchie televisioni, materassi, tricicli per bambini.

E il paradosso di questa vicenda è che l’ammasso di immondizia diviene, così, parte integrante della NOSTRA costa barese.

La causa è «semplicemente» la cattiva abitudine di smistamento diffusa tra maleducati spiaggianti che dopo essersi goduti la bellezza del sole e del mare, pensa bene di lasciare tutto lì, riportando alla mente il comune e banale pensiero de: ”tanto poi passa l’Amiu”, che si figura come giustificazione e pretesto della propria inerzia, maleducazione e “ozio ambientale”.

BASTA! La scusa dell’Amiu non tiene di fronte a tutto ciò!

È inevitabile che ci troviamo di fronte a due facce della stessa medaglie: da un lato gli incivili, dall’altro un’amministrazione che fa finta di non vedere. A questo si aggiunge l’inesistenza della cosiddetta “politica della tolleranza 0”.

Pertanto, noi di SOS sosteniamo che sia opportuno punire i trasgessori, sanzionarli e usufruire delle “fototrappole” per incastrarli. Al contempo è necessario promuovere l'”educazione all’ambiente” consentendo ai cittadini civili di eseguire la raccolta differenziata in condizioni migliori e più funzionali: maggiori contenitori, in particolare per la raccolta di plastica, carta e vetro.

Impariamo a rispettare l’ambiente, perché i dati parlano chiaro a tal proposito. L’associazione Legambiente specifica infatti che Il mare più denso di rifiuti è il Mar Adriatico con 27 rifiuti galleggianti ogni kmq di mare, un bacino che si distingue anche per la quantità di rifiuti plastici derivanti dalla pesca: il 20%, considerando reti e polistirolo galleggiante, frammenti o intere cassette che si usano per contenere il pescato, percentuale che viene superata solo dalle buste pari al 41% e dai frammenti di plastica al 22%”.

Ignorare che ogni anno finiscono in mare circa 8 tonnellate di plastiche significa ignorare e non curarsi della propria salute e del proprio benessere.
Un fallimento per la nostra società.

Un appello pertanto rivolgiamo ai cittadini e alla pubblica amministrazione: bisogna cambiare le nostre abitudini, bisogna farlo per il bene dell’ambiente, ma in primis per noi stessi.

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