Tartarughe decapitate: la superstizione come veicolo alla violenza

Sulla costa barese da qualche settimana si stanno verificando incidenti orribili quanto insoliti e misteriosi: il ritrovamento di corpi decapitati di tartarughe caretta caretta, la specie animale protetta dal 1994 e importante per l’ecosistema marino nel Mediterraneo che vive tra Italia, Grecia e Turchia.

Tartaruga caretta caretta

Se il primo caso, verificatosi nel nord barese, ha incuriosito l’opinione pubblica portandola a considerare l’episodio come un incidente colposo o qualcosa di naturale, da dimenticare tanto perché macabro quanto perché inusuale, invece la casualità si è imputata e a distanza di pochi giorni purtroppo altri cinque casi simili si sono verificati e hanno fatto allertare il WWF e gli enti locali di competenza.

La scena del crimine e la povera vittima sono sempre le stesse: su una scogliera, a riva, tra le alghe, dopo una mareggiata, la carcassa in decomposizione del più docile, curioso e intelligente rettile marino viene trovata da qualcuno che è andato a fare una passeggiata sul litorale e si trova a essere testimone del misfatto. Ieri sul waterfront di San Girolamo, oggi sul lungomare di Bari, in pieno centro cittadino, sulla banchina tra il teatro Margherita e il molo San Nicola, una carcassa di tartaruga caretta caretta decapitata. Presumibilmente il movente e il colpevole data la serialità dei ritrovamenti possono essere vandali in cerca di divertimento inclini all’insensibilità oppure marinai pescatori che durante il lavoro con le reti a strascico intrappolate le tartarughe invece che salvarle liberandole in mare le decapitano con armi da taglio per una primitiva e infondata superstizione sulla buona o cattiva sorte nell’ambiente ittico.

Foto segnalazione inviataci da Michele Manzari

L’unica certezza a oggi su questa orribile ricorrenza nei confronti degli animali è la vergogna per tanta ignoranza.

 

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