“Sei un animale”… ma magari!

Solo due giorni fa, 19 agosto 2018.

Sì, è bene precisare la data e l’anno di riferimento, 2018.

Nel XXI secolo parliamo spesso di modernità, progresso, industria, tecnologia, concetti spesso collegati a quello di “civiltà”.

Civiltà è parola tanto grande e differenziata tanto da plasmarsi in rapporto al contesto socio-culturale di un paese. Ebbene, ad oggi è una parola che tra le strade non trova suono, è una parola che non trova corde vocali degne di pronunciarla, non trova spazio e non trova respiro.

Bari, quartiere Poggiofranco. Piccolo cane meticcio ritrovato all’interno di un cassonetto e grazie ad una segnalazione è stato tratto in salvo dai vigili del fuoco.

Ci rallegriamo che tale vicenda si sia risolta per il meglio, tuttavia ci rattrista la disumanità che riscontriamo in tale atto.

Lungi da ampie riflessioni di carattere sociologico che potrebbero ben analizzare la carenza di dignità, umanità, ragionevolezza e sensibilità che caratterizza tutti coloro che trovano il coraggio di abbandonare e condannare la vita di un essere vivente ad una morte, per giunta, indegna, è bene soffermarsi sul valore, o meglio disvalore, che questa condotta assume.

Il maltrattamento di animali è sintomo di disturbo della condotta, mancata educazione e sentimento di superiorità. In altre parole, ci troviamo dinanzi a un caso in cui è la mera possibilità di approfittarsi della debolezza di un essere vivente che spinge un soggetto, apparentemente più forte, a sfogare il proprio lato negativo occulto.

Siamo di fronte a un caso di “patologia di asociabilità”: chi non rispetta un cane, un essere in vita, è un soggetto pericoloso per se stesso e per la società circostante, è un soggetto che ignora il significato di “sensibilità”.

Questa condotta umana è, inoltre, un reato disciplinato dall’art. 544 del codice penale che prevede una pena di reclusione dai 3 ai 18 mesi o una multa da 5 000 a 30 000 €.

In maniera dispregiativa e al fine di offendere qualcuno si usa spesso la seguente espressione: “Sei un animale”.

Sarebbe opportuno rivalutare l’uso così corrente di questa espressione visto che molte volte gli animali si dimostrano ben più fedeli, rispettosi e UMANI a differenza degli uomini.

“Sei un animale”…. ma magari!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *