Beach soccer o volley? No. Solo degrado a Pane e Pomodoro

Quando arriva l’estate i baresi sono pronti ad andare al mare e se si decide di restare in città, da qualche anno, si è divisi tra quale spiaggia scegliere: la tradizionale Pane e Pomodoro o la nuova Torre Quetta? L’una accanto all’altra, per tre chilometri di costa, su Corso Trieste, a Sud di Bari.

La scelta, inizialmente, era dovuta all’abitudine e alla comodità del singolo cittadino, ma, da qualche anno, purtroppo, essa ricade su quale dei due posti sia meglio amministrato dall’ente pubblico: vince Torre Quetta.

Nonostante la fisionomia delle due spiagge dei baresi sia simile: giardini, parcheggio, bar, servizi igienico sanitari, accesso ai disabili, passerelle e giostrine, è evidente che, oggi, Pane e Pomodoro sia il relitto della in auge Torre Quetta.

Come simbolo dello stato di abbandono di Pane e Pomodoro, Sos Città segnala il campo di sabbia per giocare a calcio o a pallavolo sito nel parcheggio della spiaggia e distante poche centinaia di metri dall’eguale, ma nuovo impianto di Torre Quetta. Ormai il campo di sabbia è un tappeto di erba incolta, le reti di contenimento sono strappate e il recinto di metallo è arruginito e rotto, con pezzi sporgenti, quindi pericolosi come lamentano i giovani che ne usufruiscono con cautela.

È impensabile che a fronte del decoro e della sicurezza stabilita a Torre Quetta, non ci sia, invece, il rispetto delle normative a Pane e Pomodoro, portata sino alla distruzione e al degrado.

Sarebbe interessante ripristinare il campo di sabbia e consentire alle associazioni sul territorio di organizzare eventi e tornei, oltre che dare la possibilità a semplici attività amatoriali e ricreative in nome dello sport.

Se è pur vero che i grandi campioni come Messi, Maradona, Pelé da bambini hanno giocato scalzi, sullo sterrato, con una palla di pezza, senza tante pretese e possibilità, perché ”date un pallone a un bambino e lo farete il più felice del mondo”, è anche vero che un’amministrazione che si rispetti, nella nostra realtà sociale, deve garantire ai nostri bambini di sognare in sicurezza.

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