Le 10 piaghe di Bari

Le 10 piaghe di Bari.

Molti ricorderanno il racconto, tratto dalla Bibbia, delle “10 piaghe d’Egitto” in cui Dio inflisse numerose punizioni agli Egizi affinché Mosè potesse liberare gli ebrei dallo schiavismo. In particolare, gli scopi delle 10 piaghe erano di convincere il faraone a lasciar andare gli ebrei e dimostrare la presenza di Dio agli ebrei stessi.

L’apocalisse di cui sopra non si riscontra unicamente all’interno del Libro Sacro, ma la nostra città vive quotidianamente delle “piaghe”.

Certo, non vi è la tramutazione dell’acqua in sangue come nel caso dell’Egitto, ma l’invasione di zanzare, di mosche, di cavallette e infezioni su animali e umani (4 delle 10 piaghe d’Egitto) non poco si allontanano dalla realtà barese.

Non avremo la pioggia di acqua e fuoco, ma l’invasione di blatte, di zanzare e la probabilità di diffusione delle infezioni a causa della sporcizia sono “punizioni” inflitte ai cittadini baresi ogni giorno.

Non vi sarà alcun faraone e alcuni ebrei da convincere, ma da convincere saranno i cittadini baresi della presenza di AMIU a Bari.

La città di Bari potrebbe senz’altro essere un museo a cielo aperto, invece si trasforma in una discarica a cielo aperto dove gli odori maleodoranti la fanno padrona.

Pulizia e garanzia di una nettezza urbana efficiente e funzionale sono alla base di una pacifica e sana convivenza. Sono elementi alla base della crescita di una metropoli come Bari e necessari affinché si possa apprezzare la propria città ed imparare a rispettarla. Il primo segnale di civilizzazione deve venire dalla stessa amministrazione che appunto fa politica, cioè, etimologicamente, si occupa dell’arte di saper governare. E saper governare significa essere capace di divenire il punto di riferimento e la fonte da cui attingere per i propri “figli”, i cittadini.

Il sito ufficiale di “AMIU Puglia” descrive la missione dell’azienda specificando che “la missione aziendale di AMIU è quella di garantire servizi qualitativamente ed economicamente validi e di svolgere la propria attività perseguendo quei valori di responsabilità sociale, attenzione all’ambiente e di efficienza economica che ne costituiscono il fondamento” .

Tuttavia, la realtà che i cittadini baresi vivono è un’altra.

In assoluto rispetto di quanto garantito da AMIU all’interno del sito internet-garanzia che sembra rimanere rinchiusa nel suddetto sito- SOS città, spinta dalle lamentele dei cittadini, chiede chiarimenti.

In particolare, AMIU per la copertura del servizio di pulizia e raccolta dei rifiuti in città riceve un finanziamento coperto dalla Tari (acronimo di TAssa sui rifiuti) pagato, dunque, dai cittadini stessi. Per il 2018 tale copertura ha raggiunto circa 73 milioni di euro.

SETTANTATRÉ MILIONI DI EURO, possibile che AMIU non sia in grado di garantire una sufficiente pulizia delle strade o la sanificazione e il lavaggio dei contenitori?

È possibile che dai 73 milioni di euro una quota non sia stata destinata all’acquisto dei contenitori nuovi per far fronte ai guasti in attesa dell’estensione del porta a porta?

Se così non è, è da incoscienti attendere l’estensione del porta a porta (che di per sé richiede tempo) senza comunque garantire un adeguato servizio nel resto delle zone non coperte.

Per questo il presidente dell’associazione SOS città, Danilo Cancellaro, incalza:

“Assessore Petruzzelli, Presidente Persichella, Bari è piena di contenitori con leva meccanica rotta, non lavati, con lamiere distrutte. Abbiamo diritto ad una risposta?

Possiamo dire ai baresi perchè, nonostante le nostre segnalazioni e nonostante i 73 milioni di euro pagati, non si interviene per metterne di nuovi??

Ad oggi nemmeno 1/3 della città è coperta dal porta a porta: i fondi sono interamente utilizzati, ci chiediamo, per un servizio ad oggi ancora embrionale a discapito dell’ordinario servizio esistente nel resto della città?

I baresi pagano anche per ricevere delle risposte e per essere considerati dei cittadini, non solo dei contribuenti”

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