Ai ragazzi di ieri, di oggi e di domani nella Giornata della Memoria, istituita in data 27 gennaio, giorno dell’apertura delle porte del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz nel 1945.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Anne Frank e la sua famiglia furono costretti dal 1942 al 1944 a vivere nascosti nella soffitta di un edificio che confezionava sale, spezie e marmellata nel centro della città di Amsterdam. La loro colpa era quella di essere di religione ebraica e di vivere sotto un governo razzista. Il nascondiglio dove i perseguitati vivevano doveva essere necessariamente tenuto al buio, con le finestre chiuse e restare silenzioso per chi al piano di sotto continuava a vivere normalmente. Al nascondiglio si poteva accedere solamente attraverso una porta e qualche scalino coperti da una libreria girevole. Quando la polizia nazista scoprì questa situazione immediatamente la famiglia ebrea fu arrestata, divisa e deportata nei campi di concentramento dove alla fine della guerra, tra i sopravvissuti, della famiglia c’era solo il padre Otto, mentre ne morirono tra milioni di deportati Anne, sua sorella Margot, sua madre Edith e l’intera altra famiglia di amici nascosti e arrestati nel nascondiglio di 50 metri quadrati.
Questa è la storia terribile, ma c’è dello straordinario in essa, perché dopo la fine della guerra e del genocidio Otto Frank trovò il diario di pensieri e di vita della figlia Anne Frank che era una testimonianza privata, vera e dolorosa raccontata con le emozioni e i sentimenti di un’adolescente, durante i momenti di gioia e i momenti di malinconia, nel nascondiglio, con l’affetto dei suoi cari, nell’ostilità del mondo, nella solitudine di chi è costretto a non poter scendere in strada a giocare con gli altri suoi coetanei o a poter frequentare la scuola.
Dopo la pubblicazione del Diario di Anne Frank, quella ragazzina soffocata lentamente prima nella soffitta di una casa, poi forse in una camera a gas nel campo di Bergen-Belsen, è diventata la scrittrice più giovane della storia ed è tornata a respirare, a correre, a urlare perché “chiunque sia felice rende felici anche gli altri e chi ha coraggio e fede non morirà mai in miseria”.
Dedicato a tutti quei bambini cui l’odio ha impedito di diventare adulti.
Per non dimenticare!