Il Quartierino: false promesse e abbandono

A due passi dal centro cittadino, separata per via della linea ferroviaria dal quartiere Libertà, sorge a Bari un’area abitata da circa 2 mila cittadini baresi, il Quartierino.

Il complesso residenziale si mostra come un’oasi felice, caratterizzato da ampi condomini di palazzi e cortili, ma, in realtà, per chi conosce la zona, offre ben poco che non sia privato e l’amministrazione pubblica è pari a una visione nel deserto (foto a fine articolo).

Così i residenti costituitisi in un’associazione, ovvero quella de Il Quartierino – Residenti in movimento, hanno segnalato a Sos Città pregi e difetti di una zona dimenticata dall’amministrazione comunale che opererebbe se non sotto ripetute sollecitazioni.

In loro rappresentanza, il presidente Anna Maria Lupo ha dichiarato come dopo numerosi incontri in loco e a Palazzo di Città, tra richieste e promesse, gli impegni del sindaco e degli assessori siano venuti meno, lasciando soli i residenti nella cura di questa isola edilizia. Sebbene i residenti abbiano ottenuto, a distanza di anni dalla richiesta, all’angolo tra via Chieco e viale Pasteur un semaforo a sensori di ultima tecnologia, su via Martiri d’Avola la sistemazione di qualche panchina (letteralmente “avanzata” da quelle provvisorie del cantiere in via Sparano) e, solo su alcuni civici, marciapiedi a norma con accesso per i disabili, rimane comunque da domandarsi quanto sia tollerabile una situazione in cui il cittadino deve mobilitarsi autonomamemte per la manutenzione e il decoro urbanistico.

Quindi, in rappresentanza di Sos Città, per i residenti del Quartierino, Chiara Alessia Quistelli attacca: “La normalità che diviene l’eccezione: ci troviamo in un quartiere in cui i residenti richiedono elementi urbanistici essenziali che garantiscano la sostenibilità del vivere. I residenti vogliono vivere, non sopravvivere“.

E il senso civico dei cittadini non è mai abbastanza, perché il Quartierino gode di persone oneste e civili, ma è continuamente osteggiato da quello che gli succede intorno: “Prostituzione sulle strade, abusivismo nei casolari pericolanti, furti e rapine nei condomini, terreni privati, abbandonati, incolti e soggetti a vandalismo sono ciò che dai balconi dei palazzi, protetti dagli alberi, i residenti sono costretti a subire, nonostante le autorità siano state informate, ma senza riscontrare interventi concreti a contrastare tali illeciti” denuncia Anna Maria Lupo.

Di recente, le ferrovie Appulo Lucane hanno riqualificato un cavalcavia che dal quartiere conduce direttamente su viale Capruzzi, però la strada continua a presentare gravi difficoltà per chi, a piedi, si imbatte nell’attraversarla, perché priva di un percorso pedonale omogeneo sull’intero tratto e tutt’intorno presenta rifiuti abbandonati di ogni genere (ingombranti, bustoni di plastica, carcasse di animali), mai ripuliti dall’Amiu o da chi di competenza, come anche nel sottovia Giuseppe Filippo che porta a via Brigata Bari e via Brigata Regina, compromettendo le condizioni di igiene pubblica e favorendo la condizione di degrado generale, come tra i terreni abbandonati su cui, tra l’altro, tardano ad essere avviati progetti come giardini pubblici o aree relax, come chiedono i residenti, desiderosi di un’area di socializzazione, di cui il quartiere è completamente sprovvisto.

E si aggiunge il grave problema della prostituzione: “Già dalle prime ore della sera, Viale Pasteur si trasforma in una via a luci rosse, dove le autorità competenti sembrano sorvolare o, comunque, sottovalutare tale problema che rende insicuro il libero vivere dei cittadini, poiché ai limiti della decenza” prosegue Lucia Rita Di Bari.

Ulteriore disagio è costretto a viverlo chi volesse utilizzare i mezzi pubblici dell’Amtab avendo a disposizione la sola linea 20 con un’unica fermata di andata e ritorno su viale Pasteur, priva di pensilina per ripararsi e di panchina per sostare, entrambe richieste (insieme a un servizio di fermate più ampio) e pubblicamente ignorate.

“È incredibile che in un quartiere residenziale, un quadrilatero possibilmente gestibile, si verifichino così numerosi disagi. Mi rivolgo alla pubblica amministrazione, comunale e municipale, a cui chiedo se tale quartiere risulti poco appetibile elettoralmente o manca effettivamente la volontà di intervenire? Si tratta di un quartiere che chiede il minimo indispensabile per poter essere considerato vivibile e abitabile” affermano Presidente e vice di SOS Città, Danilo Cancellaro e Dino Tartarino.

Ascolto, tutela e interventi per i residenti del Quartierino, perché essi non sono cittadini di serie B, ma meritano, quanto gli altri, di vivere in un quartiere funzionale e conforme alle ordinarie necessità, in una società civile, contro l’isolamento.

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